La violenza psicologica? Annienta l'anima senza sporcarsi le mani!
Data: 18/02/2017
Cos' è la violenza psicologica?
Quel tipo di violenza in cui ogni tipo di comportamento viene considerato sbagliato o folle. L'obiettivo di tale violenza è prendere di mira la persona in ogni cosa che fa e cerchi di manifestare la propria individualità e la propria identità.
Non tutti i tipi di violenza lasciano segni, alcune danneggiano l’anima con parole, gesti, toni allusivi, offese dirette o indirette che possono umiliare fino a colpire in profondità e senza sporcarsi le mani ed è proprio il caso di quella psicologica.
In questo articolo mi soffermerò sulle dinamiche all'interno della coppia ma è riconducibile anche ad altri tipi di relazioni.
Come si manifesta?
La violenza psicologica si presenta mediante una serie di micro-violenze che generalmente seguono uno schema preciso: si comincia col controllo sistematico dell’altro (telefono, uscite, etc) ma anche degli affetti e delle amicizie; si passa poi alla gelosia ingiustificata e patologica dove Il partner diventa un oggetto da possedere in maniera esclusiva, non viene riconosciuto in quanto persona “altra da sé”. Quando la persona vuole emergere, vuole far valere la propria opinione, i propri bisogni, interessi e attività inizia il passaggio da una posizione di idealizzazione a quella di completa svalutazione da parte del proprio partner.
Successivamente si presentano le molestie assillanti, fino ad arrivare alle umiliazioni, insulti e al disprezzo . E il più delle volte, purtroppo, arrivano anche atti di violenza fisica.
Il partner svaluta tutto ciò che una persona fa o pensa, gli interessi e ciò in cui l'altro crede, oppure viene limitata la libertà dando una subdola motivazione a tale comportamento: la pericolosità dei luoghi, degli orari, o trasformando la rinuncia come prova d’amore o di fedeltà.
Una strategia alla base della violenza psicologica è costituita dalle critiche avvilenti volte a minare l’autostima della persona, a mostrarle che è priva di valore. Per esempio la persona oltre ad essere denigrata per quello che fa, può essere accusata di pazzia, criticata rispetto al suo aspetto fisico o alle sue capacità intellettuali: Umiliare, svilire, ridicolizzare, costituiscono atti peculiari della violenza psicologica.
Può includere anche minacce o atti intimidatori quali lo sbattere le porte, lanciare o rompere gli oggetti, maltrattare animali domestici, ecc. Con tali comportamenti si vuole intimorire l’altro, minacciarlo della propria forza e capacità di fare del male (agli altri e a se stessi).
Qual è la conseguenza di tale violenza? Sentendosi continuamente disprezzata, la persona stessa comincerà a disprezzarsi e a sentirsi non degna di essere amata e rispettata. La ripetitività e il carattere umiliante di tali situazioni possono provocare un vero e proprio processo distruttivo a livello psicologico, per la persona che subisce, che addirittura può condurre al suicidio.
Le donne sottoposte costantemente a questo clima iniziano a dubitare di se stesse, dei propri pensieri, sentimenti, si sentono sempre in colpa, inadeguate e spesso si isolano o vengono isolate perché assumono comportamenti non spontanei, scontrosi, lamentosi o ossessivi con le persone che intorno non comprendono e giudicano negativamente. Così la donna resta isolata, senza appoggio.
Come riconoscerla? Questo tipo di aggressione attua un processo di mortificazione psicologica attraverso parole denigratorie continue: “non sai fare nulla”, “sei proprio una persona inutile”, “che cosa vuoi parlare tu che non sei nessuno”, “hai rotto”, “stai zitta”, “dici solo cazzate” “solo una povera idiota potrebbe fare quello che fai tu”, “non devi uscire” “è meglio che ti togli dai piedi”, "chissà cosa combini quando esci", “non sei capace di fare nulla ”, “non hai il cervello” “devi cambiare testa” “o cambi o sono guai” “ se faccio così è colpa tua”ecc.
Queste affermazioni sviluppano un lento e sottile annientamento della propria autostima perché tutte queste offese vengono cucite su se stesse, come fossero vere senza considerare che chi li emette è probabilmente una persona con un esame della realtà distorto e con problemi psicologici non indifferenti. In questi casi è più facile dubitare di se stesse che realizzare di avere difronte una persona completamente opposta da quella idealizzata.
La donna che ne è vittima comincia a vivere in un continuo stato di tensione e di colpa. Le attività più elementari si trasformano in attività che inevitabilmente la mettono alla prova e la vedono sotto esame. Ogni azione necessita dell’approvazione dell’uomo/carnefice che però in realtà viene vissuto come l’unico possessore della verità, l’unico ad essere capace di poter esprimere il “giusto” giudizio su ciò che essa mette in atto.
I sintomi/segnali di malessere si possono individuare nei disturbi del sonno, nell’irritabilità, nell’insorgenza frequente di mal di testa e cefalee, nei disturbi gastrointestinali o in un continuo stato di apprensione, di tensione e di ansia. Questi possono essere considerati segnali di disagio di cui è opportuno verificare l’origine per poter coglierne l’evidenza consapevole delle aggressioni subite, comprendere il motivo che ha permesso tutto questo e riprogrammare il proprio significato di rispettabilità, di autostima e di responsabilità in modo che non vengano mai più oltrepassati i limiti del rispetto di se stesse.
E' un duro colpo riconoscere ciò e fa male come una lama tagliente che viene confiscata dentro le spalle e crea più dolore toglierla che tenerla ancora dentro.
Perché fa più male toglierla?
La difficoltà per molte donne è legata al dover ammettere a se stesse di amare o aver amato qualcuno da cui, invece, ci si deve difendere; al dover abbandonare l’ideale di amore romantico per cui il fidanzato o il marito che offende o denigra, con il nostro amore, cambierà. Occorre rinunciare all'idea che si è creati fin ora di quel rapporto e di non avere davanti il principe azzurro ma un carnefice.
Una volta aver riconosciuto e accettato ciò, si potrà prendere in mano la situazione e scegliere in maniera opportuna come muoversi per riappropriarsi di se stesse e riprendere gli spazi e l'amore verso di sé che fino a quel momento sono venuti a mancare, nonostante la paura che si può provare a causa degli atti intimidatori subiti.
Chiedetevi: qual è il vantaggio e lo svantaggio nel continuare questo rapporto? Cosa faccio, tenendo conto dei dati della realtà, per essere definita così sbagliata o folle?
Tuttavia, mentre gli effetti della violenza fisica sono immediatamente visibili e facilmente diagnosticabili, è molto più difficile valutare quelli provocati da una violenza di tipo psicologico.
E' importante in questi casi saper chiedere aiuto, parlarne con persone di fiducia, e riflettere su quello che si sta vivendo senza sottovalutarlo.
Ricordate inoltre che non siete quello che l'altro dipinge su di voi soprattutto se riconoscete che quella persona è un carnefice. Riflettete bene su quali aggettivi cucirvi addosso e circondatevi di persone che danno carezze e non pugnalate. E' difficile, molto difficile abbandonare l'idea dell'amore idealizzato e soprattutto tagliare queste relazioni. Non é mai troppo tardi ma è indispensabile parlarne. Non tenetevi tutto dentro, proprio perché questo tipo di violenza è osservabile se voi ne parlate e vi fate ascoltare. Date la vostra mano ad una mano amica che vi accompagni nel dolore, in quello che state provando ora, che vi accolga in ciò che raccontate e che non vi giudica.
Spesso, però, non è sufficiente avere un sostegno amico ma è opportuno intraprendere un percorso terapeutico per guarire e rinascere dalle lesioni subite.
Liberatevi di questo peso. Fate questo passo per non sentirvi sole e ancora incastrate dentro questa gabbia. Ne avete il diritto perché siete preziose e avete valore.
Ricordatevelo: lo siete e lo avete ed è IMPORTANTE CHE VE LO RIPRENDIATE!
BIBLIOGRAFIA
Mariani M., (2014)., Chi è la donna vittima di violenza psicologica in Costellazioni famigliari
Schimmenti S., G. Chimmenti, (2016)., Violenza sulle donne. Aspetti psicologici, psicopatologici e sociali , Franco Angeli: Milano.

Rosanna Febbraro
Data: 19/02/2017 20:15
Complimenti vivissimi....,speriamo che le xsone interessate ti diano ascolto affinché nn ascoltiamo più certe barbarie dal tg