Narcisismo: sano o patologico?

Data: 18/12/2020

Quando si interpella Narciso, spesso ci si focalizza quasi esclusivamente sui comportamenti esteriori, sulla parte auto-esaltatrice, quella più visibile e quasi sempre attiva in lui.

Il disturbo narcisistico, però, è qualcosa di più complesso che, come anticipato in un precedente articolo ( leggi qui) , non si può racchiudere dentro un’unica categoria. Ad un estremo troviamo il narcisismo sano e dall’altro quello maligno, o comunemente identificato, come patologico ed è di quest’ultimo che vi parlerò in maniera più approfondita.

Facciamo prima una breve presentazione del narcisismo sano. 

Il narcisismo sano
Il narcisismo sano riguarda la capacità di un individuo di mantenere un equilibrio dinamico tra il proprio Io (amore per se stessi) e gli altri (amore per gli altri), che in alcune fasi difficili della vita può essere compromesso. Il narcisismo sano è alla base di una buona autostima: si è capaci di prestare la giusta dose di attenzione alle proprie esigenze (fisiche e psicologiche), ma allo stesso tempo si è capaci di prestare le stesse attenzioni all’altro; è presente la capacità di cogliere, con intelligenza (cognitiva ed emotiva) le proprie capacità e i propri limiti ed essere determinati ed audaci nel raggiungere i propri obiettivi e ambizioni, sempre nel rispetto di sé e dell’altro.

Quando l’investimento su di sè diventa eccessivo e malsano si va incontro all’estremo patologico. Capiamo meglio di cosa si tratta.

Il narcisista maligno/patologico ha caratteristiche che lo pongono in un’area ibrida tra narcisismo e disturbo antisociale di personalità. Alcune caratteristiche tipiche che raggiungono il grado massimo di espressione, sono: grandiosità, mancanza di sentimenti, perdita di contatto con il sé e il corpo, mancanza di contatto con la realtà, senso di onnipotenza, diffidenza verso gli altri, rabbia espressa, sadismo (anche verso se stesso) e crudeltà. Come avrete capito, il narcisista patologico crea un senso grandioso di importanza: esagera i risultati o talenti (falsandoli), ha l’aspettativa di essere notato come superiore e venerato, pretende un’eccessiva ammirazione, trasmettendo la sensazione che tutto gli sia dovuto. Inoltre, non meno importante: ha la tendenza a sminuire l’altro in tutto e per tutto ciò che fa e sente, per confermare l’immagine distorta di sé. Vi sembrerà strano, ma il narcisista patologico nasconde una bassissima autostima: in realtà ha creato un Falso Sé, un’immagine idealizzata di se stesso che ha la stabilità di un castello di sabbia.

In fondo il Narcisista patologico non ha una reale conoscenza di se stesso, non conosce il suo mondo emotivo, interiore, in quanto focalizzato a come deve apparire all’esterno, quindi presta attenzione a ciò che deve essere e rappresentare, piuttosto che a ciò che realmente è. Pertanto, la personalità autentica della persona narcisista, viene soppressa, perché se emergesse sarebbe ritenuta inaccettabile e non meritevole di attenzione.

A livello interpersonale assume pessimi comportamenti: la tendenza ad essere intolleranti verso il prossimo, la tendenza di sfruttare gli altri per raggiungere i propri fini, soddisfacendo le fantasie eccessive di successo illimitato, potere, fascino, bellezza, spesso contraddistinte da atteggiamenti umilianti verso l’altro, cercando di sminuire successi e qualità altrui solo ed esclusivamente per confermare l’idea irreale di sé. Il narcisista  mette anche in atto una dissociazione emotiva, cioè il comportamento è slegato dall’emozione. I narcisisti sono insensibili, privi di empatia, non solo esclusivamente nei confronti dell’altro, ma anche nei riguardi di se stessi, non sono capaci di riconoscere i loro stessi sentimenti e conseguentemente di poterli identificare negli altri, non sono in grado di immedesimarsi. Anestetizza i sentimenti, come difesa  e soluzione verso il dolore.

Rispetto alle relazioni sentimentali, spesso utilizza il partner come trofeo, tende ad adottare stretegie di corteggiamento col fine di possedere quella persona, e "mollare" la presa dopo aver percepito che quella persona è diventata di suo possesso. Ma in che modo "molla" questa presa? Mediante umiliazioni, e comportamenti verbali e non verbali sminuenti verso il partner. Lo sviluppo più drammatico del disturbo, si osserva quando la grandiosità si combina con una forte quota di aggressività.

Il mantra del Narcisista Patologico sarà: "Posso fare quello che voglio", "Nessuno mi può ferire", in una visione dicotomica e scissa della vita (vista come una giungla) e degli altri, visti o come completamente buoni (quindi deboli e da sottomettere) o completamente cattivi (da attaccare o da cui fuggire in base alla forza percepita).

Ma perché si giunge all’estremo patologico? Ogni individuo da piccolo sperimenta qualche tipo di frustrazione, ma alcuni sono in grado di tollerarla e superarla perché vicino hanno figure di attaccamento adeguate. Il futuro narcisista patologico, invece, avendo figure di accudimento incapaci di sostenerlo nel suo sviluppo, non è in grado di tollerare l’umiliazione e la frustrazione che ne consegue, e sperimenta un forte vissuto di impotenza, una ferita narcisistica. È per questo che i narcisisti utilizzano il controllo sugli altri, per evitare di risperimentare l’umiliazione e il senso di impotenza, che hanno vissuto ripetutamente durante la loro infanzia.

Secondo l’Analisi Transazionale, che utilizza un modello tripartito della personalità, la persona narcisista ha interiorizzato messagi genitoriali (le ingiunzioni): "non essere intimo psicologicamente" e "non fidarti" perché le figure di attaccamento erano appunto inaffidabili, non disponibili, talvolta imprevedibili, anaffettive, manipolatorie; di conseguenza il narcisista si è costruito l’idea che deve fare affidamento solo su se stesso e che avere bisogno degli altri lo può esporre alla minaccia della sua incolumità. Inoltre, presenta uno Stato dell’Io Bambino grandioso, al fine di supplire al senso di inadeguatezza genitoriale, è caratterizzato da un Adulto assente, che minimizza le conseguenze delle proprie azioni e da un Genitore inadeguato nelle funzioni di sostegno, incapace di fornire stima e sicurezza. 

Come si può giungere ad un livello sano di narcisismo? E’ fondamentale iniziare un percorso di psicoterapia, ma sarà difficile che Il Narcisista bussi spontaneamente alla porta di uno specialista.

Perchè è importante farlo? Darai la possibilità a te stesso di conoscere la parte repressa fino a quel momento, di soffermarti su di te ed entrare in contatto in modo maturo con le tue emozioni e vissuti fatti anche di sofferenza. Si lavorerà, quindi, sulle ingiunzioni citate prima, sulla stimolazione e il riconoscimento delle emozioni represse nell’infanzia verso le figure di accudimento, in modo tale che tu, dia a te stesso il permesso di esprimerle. L'obiettivo finale sarà, inolte, quello di gettare la maschera posseduta fin’ora e distruggere piano piano la corazza emotiva costruita fino a quel momento e che apparentemente, ti protegge dalla paura di essere come sei, fatto anche di fragilità e sofferenza che può essere trasformata in vero successo. Si, successo, perchè ti sei concesso di conoscerti, farti conoscere ed essere libero di essere ciò che sei.    

Riferimenti bibliografici: 

Gabbard G.O. (2007). Psichiatria Psicodinamica. Raffaello Cortina Editore, Milano.

Lowen, A. (2013). Il Narcisismo. L’identità rinnegata. Universale Economica Feltrinelli.

Novellino, M. (2014). L’approccio clinico all’analisi transazionale. Epistemologia, metodologia e psicopatologia clinica. Franco Angeli, Milano.

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